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14 gennaio 1973: Il primo concerto trasmesso via satellite

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COMUNICATO STAMPA DELLA RCA RECORDS TOUR SETTEMBRE 1972

La RCA Records Tours presenterà Elvis Presley in un concerto di un’ ora trasmesso in tutto il mondo tramite il satellite Globecom. E’ previsto che il più grande pubblico mai raggiunto da un programma televisivo – oltre un miliardo di persone – assisterà al concerto, che sarà trasmesso anche in successive serate, a partire dal 15 gennaio 1973. Il concerto sarà teletrasmesso dall’ Honolulu International Center, che per l’occasione sarà adattato per accomodare cinquemila persone alle ore 1.00 del mattino (orario locale alle Hawaii). La trasmissione in diretta sarà vista in prima serata, in Australia, Giappone, Corea, Nuova Zelanda, Filippine, Tailandia e Vietnam del Sud. La sera seguente sarà trasmessa in ventotto Paesi Europei grazie all’ Eurovisione. Più avanti la NBC trasmetterà  lo show negli Stati Uniti. Rocco La Ginestra, Presidente della RCA Records, ha annunciato che un album speciale, “Aloha From Hawaii” sarà emesso simultaneamente in tutto il mondo, poco dopo la trasmissione dello spettacolo. “La prima reazione dei nostri venditori nel mondo ci ha fatto stimare che le vendite supereranno il milione di unità. E’ la prima volta nella storia dell’industria  discografica che un album viene pubblicato simultaneamente in tutto il mondo”. Subito dopo la trasmissione via satellite, Elvis sarà impegnato in quattro tournée di dieci giorni ciascuna attraverso gli Stati Uniti.

Con questo comunicato stampa la Rca Records Tours nel settembre del 1972 confermò le voci che circolavano da mesi nell’ambiente dello show business musicale e televisivo americano. Il Colonnello Tom Parker e la macchina organizzativa per la realizzazione dello storico evento si erano infatti già mossi da alcuni mesi: i problemi burocratici e contrattuali prima e tecnici e logistici poi non erano sicuramente pochi e affinché tutto potesse andare  per il meglio non fu tralasciato alcun minimo dettaglio. Dopo lunghe trattative il 14 agosto 1972, già al lavoro per l’organizzazione dello spettacolo “Aloha From Hawaii”, il Colonnello Tom Parker raggiunse un accordo con la rete televisiva NBC per lo spostamento di qualche settimana della diretta televisiva. Infatti inizialmente lo show trasmesso via satellite era stato  pianificato per il 18 novembre, data che bene si incastrava con la fine dei concerti previsti dal tour di novembre di Elvis (venerdì 17 e sabato 18 novembre ad Honolulu, nella stessa location in cui si sarebbe effettivamente tenuto il concerto circa due mesi dopo), ma fu successivamente spostata al 14 gennaio 1973, assecondando le enormi pressioni fatte da Jim Aubrey, numero uno della famosa casa di produzione cinematografiche MGM (Metro-Goldwyn-Mayer), per evitare che l’evento televisivo entrasse in conflitto con la già programmata uscita nazionale della pellicola “Elvis On Tour”, l’ultimo dei trentatrè film girati da Elvis, prevista per il primo di novembre 1972 in tutte le sale cinematografiche della Nazione.

Lunedì 4 settembre 1972 tra i due spettacoli di chiusura della stagione a Las Vegas (dal 4 agosto al 4 settembre, in soli trentadue giorni… sessantatré show !!!), Elvis presenziò insieme a Rocco La Ginestra, l’allora Presidente della RCA, ad una conferenza stampa durante la quale venne meglio presentato il progetto “Aloha From Hawaii – Via  Satellite” e vennero scattate delle fotografie promozionali che ritraevano Elvis davanti ad un muro di cappellini che indicavano i Paesi in cui lo spettacolo sarebbe stato trasmesso (compresa ovviamente l’ Italia). Elvis e la RCA Records Tours sarebbero stati gli unici produttori dello spettacolo, per il quale la NBC avrebbe sborsato un milione di dollari, dei quali 900.000 sarebbero stati versati ad Elvis ed al Colonnello ed i rimanenti alla RCA Records Tours.

Il registra designato per dirigere lo storico e colossale show fu Marty Pasetta, allora quarantunenne. La scelta ricadde su di lui, sia per il suo curriculum professionale e sia per la sua approfondita conoscenza delle Hawaii, del loro territorio e di tutte le persone che avrebbero potuto essere utili affinché un annunciato ed attesissimo successo non si tramutasse in un disastro organizzativo.

Terminato  il Tour di novembre con le ultime tre apparizioni all’ Honolulu International  Center Arena delle isole Hawaii, per permettere ad Elvis di prendere già un po’ di confidenza con il locale dal quale si sarebbe trasmesso lo show, il cantante di Memphis tornò in continente e, dopo aver trascorso alcuni giorni con la sua nuova compagna Linda Thompson, si recò a Las Vegas per incontrare il regista della trasmissione e mettere a punto alcuni dettagli. Nel corso della riunione, senza mezzi termini Pasetta comunicò ad Elvis che aveva assistito ai due spettacoli tenuti nella Arena di Long Beach (California) martedì 14 e mercoledì 15 novembre e che non gli era piaciuto quanto aveva assistito: il cantante era sovrappeso ed inoltre era risultato essere noioso nei due shows. Quando terminò le sue osservazioni cadde un silenzio tombale nella stanza e tutti ebbero la sensazione che Elvis lo avrebbe defenestrato dalla sua suite al trentesimo piano dell’Hilton. Al contrario, dopo un attimo di silenzio raggelante, Elvis scoppiò a ridere di gusto e disse che si sarebbe messo a  completa disposizione del registra, garantendogli che insieme avrebbero realizzato il suo miglior spettacolo.

Così mentre Pasetta curava la preparazione delle scenografie che sarebbero poi state trasferite ad Honolulu all’ultimo momento, Elvis si mise subito al lavoro insieme a Red West e a Charlie Hodge per creare un programma musicale all’altezza della situazione: chiaramente al top della sua carriera, Elvis si sarebbe dovuto districare in un tour de force di ventiquattro brani, selezionando canzoni da ogni fase della produzione musicale riuscendo a “consegnare” uno show unico e differente da qualsiasi altro show  tenuto in quel periodo. Contemporaneamente si mise a seguire un rigido e ferreo programma di dimagrimento, che lo porterà al momento dello spettacolo, ad avere una forma fisica a dir poco strepitosa: nell’arco di quattro mesi era infatti riuscito a perdere circa dodici chilogrammi. Ed il terzo “attore” protagonista dell’evento, il Colonnello Tom Parker cosa faceva nel mentre? Era posseduto da una eccitazione incredibile, e mentre andava in giro a sbandierare che questo era il genere di sfide di cui aveva bisogno Elvis per misurarsi con se stesso, era evidente che pensava la stessa cosa per sé.

Un altro breve incontro di presentazione alla stampa per promuovere ulteriormente la trasmissione ebbe luogo il 20 novembre 1972 alle Hawaii. Il filmato e le fotografie diffuse mostrano un Elvis un po’ gonfio ed appesantito, ma sempre con il buon umore che sino ad allora lo aveva caratterizzato ed il suo infinito senso di umiltà che non lo avrebbe mai abbandonato.

Conclusosi il 1972, un ulteriore anno ricco di soddisfazioni sia per Elvis che per il Colonnello con i quattro spettacolari concerti al Madison Square Garden di New York, i continui tour trionfali (… concerti), i dischi di grandissimo successo, un film, “Elvis On Tour”, che aveva vinto addirittura un Golden Globe e la vittoria del secondo Grammy con l’album “He Touched Me” nella categoria Best Inspirational Performance, tutto faceva presupporre per una partenza con il botto per il 1973. Elvis partì da Los Angeles alla volta delle Hawaii il 4 gennaio, insieme a tutti i suoi musicisti, comprese mogli e fidanzate, solitamente non invitate ad unirsi ai rispettivi compagni quando impegnati con le attività concertistiche.

I giorni successivi a Honolulu furono passati tra relax (poco) e soprattutto prove, per affinare il programma di quello che tutti erano consapevoli che sarebbe stato uno storico concerto.

La manifestazione fu per Elvis l’ennesima occasione per fare della beneficenza. Già il 25 marzo 1961 Elvis si era esibito nelle isole Hawaii a scopi benefici. Quello che di fatto fu l’ultimo concerto davanti ad un pubblico pagante prima di un lungo isolamento, durato otto anni, dalle esibizioni dal vivo per dedicarsi completamente al mondo di Hollywood, fu organizzato dal Colonnello Parker per la raccolta di fondi per la realizzazione del USS ARIZONA MEMORIAL: un monumento in memoria dei 2403 caduti americani (2.335 soldati dell’ esercito U.S.A. e 68 civili) sotto il bombardamento giapponese di Pearl Harbor il 7 dicembre 1941. In quella occasione il concerto ebbe inizio alle ore 20.30 e si tenne presso la Bloch Arena di Pearl Harbor: Elvis indossò per l’ultima volta la famosa giacca in lamé dorata  e furono raccolti circa 65.000 dollari da devolvere per la giusta causa. Dopo la manifestazione di affetto ricevuta dalla popolazione locale,  nacque un vero e proprio amore di Elvis nei confronti delle Hawaii: vi girò tre film (“Blue Hawaii” nel 1961, “Girl! Girl! Girl!” nel 1962 e “Paradise – Hawaian Style” nel 1966 che erano degli ottimi spot pubblicitari per le già famose isole) e vi sarebbe tornato nel 1973 per un altro show di beneficenza.

Lo scopo che fece mettere in moto l’organizzazione dell’ “Aloha From Hawaii” fu la raccolta fondi per il Kui Lee Cancer Fund, centro intitolato alla memoria di Kui Lee giovane compositore e cantante hawaiano morto prematuramente di tumore all’età di trentaquattro anni il 3 dicembre 1966 ed autore, fra le tante canzoni, anche di “I’ll Remember You” di cui Elvis ne fece un tributo nei due concerti Hawaiani del gennaio 1973. L’ingresso per lo spettacolo del 14 gennaio 1973 fu ad offerta libera, ed i biglietti furono messi in vendita il 7 gennaio. In un solo giorno furono polverizzati i tagliandi disponibili per lo spettacolo che sarebbe andato in mondovisione via satellite, e quindi solo a questo punto furono messi in vendita anche i biglietti per lo show usato come prova generale la sera prima, venerdì 12 gennaio alle ore 20.30 alla quale assistettero seimila persone per un incasso di 37.500 dollari. Come già detto, non c’era un vero e proprio prezzo per i biglietti: lo spettatore doveva semplicemente fare la donazione che meglio credeva, tant’è vero che i primi due biglietti furono acquistati da Elvis e dal suo manager, Colonel Tom Parker, per una cifra di 1.000 dollari l’uno. Se alla vigilia, qualcuno nutriva dei dubbi circa il risultato della raccolta fondi, dovette ampiamente ricredersi: ad un certo punto dello show Elvis annunciò al pubblico lo scopo degli spettacoli e che il ricavato era andato ben oltre le più rosee previsioni, furono infatti raccolti 75.000 dollari invece dei 25.000 previsti. Ancora una volta, nel suo personalissimo stile, Elvis impose la sua volontà affinché dall’edizione originale del disco ricavato dallo show venisse tagliata questa comunicazione.

Sempre attentissimo alla sua immagine in occasione del concerto Elvis chiese al suo stilista Bill Belew di confezionargli un abito ad altissimo impatto spettacolare, ma che allo stesso tempo esprimesse al mondo intero il suo amore per gli Stati Uniti. Da qui l’idea del costume bianco decorato con un’aquila stilizzata con pietre colorate blu e rosse che a loro volta riprendevano i colori della bandiera americana. Non appena arrivato alle Hawaii Elvis ebbe modo di incontrare Jack Lord, uno dei suoi attori preferiti, ed ebbe la brillante idea di regalare alla moglie dell’attore la cintura originale dell’abito, fresca di confezione. La cosa mandò nel panico più totale l’entourage di Elvis. Fu immediatamente contattato Belew e la sartoria ove erano stati cuciti gli abiti, affinché venisse preparata in tutta fretta un’altra cintura e consegnata per tempo ad Honolulu per lo spettacolo. Quindi, per gli amanti delle curiosità, la cintura indossata da Elvis per la trasmissione “Aloha From Hawaii” non è quella originale della jumpsuit American Eagle appositamente confezionata per Elvis. Nel corso dello spettacolo, dopo l’interpretazione di “An American Trilogy” Elvis si toglie la seconda cintura dell’abito e come gesto di ringraziamento la getta fra il pubblico. Il motivo che spinse Elvis a togliersi la cintura non è solamente legato ad un atto di gratitudine nei confronti del suo amato pubblico: infatti osservando attentamente le immagini del concerto si può notare come fin da subito questo componente dell’abito dia fastidio al cantante che durante le esecuzioni delle diverse canzoni tende a spostare e riposizionare più volte la cintura in modo differente per alleviarne il fastidio. Anche la seconda cintura è andata perduta e non è più tornata a Graceland, la casa museo di Elvis.

Le prove generali con il pubblico in sala per lo spettacolo che sarebbe andato in televisione via satellite alle ore 0.30 di domenica 14 gennaio ebbe luogo la sera prima, venerdì 12 gennaio 1973 alle ore 20.30. Luci, costumi e riprese furono minuziosamente preparate in vista dell’evento televisivo e naturalmente il tutto fu registrato sia dalla RCA che dalla NBC, che in un modo o nell’altro, avrebbero avuto una copia di riserva dell’evento nel caso in cui qualcosa fosse andato storto durante la diretta televisiva.

Dal punto di vista strettamente musicale si può constatare che lo show fu costellato da una serie di errori, alcuni anche banali. Consapevole di tutto ciò ad un certo punto Elvis fu sull’orlo di perdere la pazienza, tanto che sul finale di “Suspicious Mind”, quando Ronnie Tutt sbagliò uno stacco, Elvis lo fulminò con uno sguardo come a dire “Ma diamine, lo abbiamo fatto centinaia di volte”, al che al buon Ronnie non restò altro che fare spallucce come per dire “Non lo farò più!”. Non si sa se i musicisti ebbero modo di rivedere la prova generale, ma di fatto la sera dopo tutto funzionò come un orologio svizzero ed Elvis ne uscì come vincitore assoluto. Qualcosa comunque fu rivisto e commentato (almeno delle fotografie) poiché Elvis si fece tagliare i capelli per la diretta della sera successiva.  A proposito del taglio di capelli di Elvis (che aiuta a confermare quanto segue), c’è da notare che, incomprensibilmente, in quasi tutte le edizioni emesse in WHS e DVD dello show “Aloha From Hawaii”, al momento della presentazione dell’orchestra fu effettivamente montata una breve sequenza tratta dallo show del  venerdì sera al posto dello spettacolo in diretta televisiva via satellite (affermazione confermabile, oltre dal diverso taglio di capelli di Elvis, anche dal fatto che da un momento all’altro si vede Elvis indossare una ghirlanda di fiori gialli che fino ad un attimo prima non aveva, per poi sparire nuovamente!!!)

La scaletta dello show del venerdì sera risultava essere più corta rispetto a quella della trasmissione televisiva (57 minuti contro i 62 minuti : il venerdì non vennero infatti provate “Johnny B. Goode”, “I Can’t Stop LovingYou” ed il medley “Long Tall Sally” / “Whole Lotta Shakin Goin’ On”).

Il concerto andato in onda via satellite fu perfetto. Dinanzi ad un pubblico di 6.000 persone della Honolulu International Center Arena ed al miliardo e trecento milioni (!!!) di telespettatori stimati,  Elvis offrì senza dubbio una delle più spettacolari e meglio riuscite esibizioni della sua ventennale carriera. Ancora oggi, a distanza di tanti anni, l’impatto emotivo al suo apparire sul palco è estremamente forte e, pur con alcune riserve sul montaggio finale, forse dovute più alla tecnologia di quei tempi, il film rende appieno la maestosità del suo concerto. Tutto andò alla perfezione: lavori di mesi per la promozione, per la realizzazione, per la produzione e per la realizzazione dello show culminarono nei sessantadue minuti della durata del concerto. Forse l’inquadratura più rappresentativa della serata è quella immortalata al momento del passaggio di fiati e trombe in “An American Trilogy”: mentre Elvis  aspetta l’esplosione di musica  osserva concentrato i suoi musicisti e, grondante di sudore, si soffia sul famoso ciuffo, consapevole probabilmente che tutto stava andando per il meglio. Anche la scelta della scaletta risulta ancora oggi estremamente indovinata. Erano lontani i tempi dell’odierna informazione e diffusione immediata, pertanto per molti fan fu quella l’occasione di “vedere”, dopo aver “letto” sui giornali musicali ed “ascoltato” sui dischi, il nuovo corso di Elvis. Se qualcuno, intellettualmente onesto, aveva ancora delle riserve sulle sue capacità canore e di showman, questa volta dovette tacere dinanzi all’evidenza dei fatti. Accanto alla ovvia riproposizione dei suoi maggiori successi (“Blue Suede Shoe”, “Hound Dog”, “Love Me”, “Can’t Help Falling In Love” e … finalmente la poco amata “Burning Love”) sfoderò tutta la sua straordinaria verve interpretativa cimentandosi in brani di alta difficoltà come “It’s Over”, “I’m so Lonesome I Could Cry” (una canzone di Hank Williams, resa estremamente drammatica dalla superba interpretazione del King), “My Way” e forse, sopra tutte, “What Now My Love”, il cui finale rimane letteralmente da brivido.

 

CURIOSITA’

Il primo programma televisivo in diretta in diversi Continenti fu “Our World” trasmesso il 25 giugno 1967 via satellite in trentuno nazioni. Nel corso del programma, tra i vari ospiti che parteciparono all’evento, i Beatles collegati dagli Abbey Road Studios eseguirono per la prima volta la canzone “All You Need Is Love”, appositamente composta da John Lennon (accreditata a Lennon/McCartney) su commissione della BBC quale contributo del Regno Unito alla trasmissione.  Stime dell’epoca quantificarono in un numero compreso fra 400 e 700 milioni le persone che seguirono la trasmissione alla cui produzione parteciparono le televisioni di quattordici Nazioni.

 

Al termine della diretta televisiva ed una volta che i seimila spettatori presenti in sala liberarono la Honolulu International Center  Arena, verso le 3.00, Elvis tornò sul palco accompagnato dalla sola sezione ritmica della sua orchestra per l’interpretazione di cinque canzoni che furono riprese dalle telecamere della NBC e registrate dalla RCA  e che sarebbero servite per lanciare gli spot commerciali durante la trasmissione in differita del programma che sarebbe andato in onda sulla NBC il 4 aprile 1973. Quattro delle cinque canzoni in questione furono scelte dalla colonna sonora del film “Blue Hawaii”, lungometraggio prodotto da Hal Wallis che Elvis girò nel 1961 nelle Isole Hawaii per la Paramount Pictures sotto la regia di Norman Taurog (“Blue Hawaii”, “Ku-U-I-Po”, “No More” ed “Hawaiian Wedding Song”). Il long playing “Blue Hawaii” (pubblicato in mono e stereo su RCA VICTOR Records LPM/LSP 2426 nell’ottobre del 1961) fu il primo album con ambientazione Hawaiana inciso da Elvis (fece seguito “Paradise Hawaian Style” pubblicato in U.S.A. su RCA Victor in mono e stereo  LPM/LSP 3642 il 10 giugno 1966, colonna sonora dell’omonimo e ventunesimo film di Elvis  prodotto sempre da Hal Wallis per la Paramount Pictures sotto la regia di Michael D. Moore, long playing che raggiunse la posizione numero quindici nella Top Pop Albums Chart settimanale di Billboard, di qualità nettamente inferiore al primo LP, tant’è che Elvis non eseguì nessuna canzone tratta da questo album nel suo special del televisivo del 1973). Il Long Playing “Blue Hawaii” raggiunse la vetta della classifica di vendita di Billboard, rimanendo in classifica per 79 settimane risultando essere la colonna sonora più venduta fra quelle realizzate da Elvis e, negli anni ’60, la seconda colonna sonora più venduta in assoluto dietro solo a “West Side Story”. L’ultima delle  cinque canzoni interpretate da Elvis sul palco senza pubblico la notte del 14 gennaio fu “Early Morning Rain”, un successo country per Peter, Paul And Mary degli anni Sessanta che Elvis riproponeva spesso dal vivo negli anni Settanta.

In un contesto così importante non potevano mancare due curiosità legate al comportamento di Elvis, che muta nel corso dello spettacolo. Nella fase iniziale del concerto si può notare un certo nervosismo da parte del Re che si evidenzia durante l’esecuzione di  “Steamroller Blues” (quinta canzone della scaletta): nel tentativo di liberarsi dal foulard che aveva al collo per lanciarlo tra il pubblico sul finale della canzone ad Elvis scappò un pesantissimo (quanto fortunatamente quasi impercettibile) “motherf…”  denotando una certa qual emozione e nervosismo, comprensibile anche per uno showman affermato ed acclamato come Elvis impegnato ad affrontare un evento di tale portata. La tensione del cantante si attenua con il proseguo dello show e lo si nota dal modo con cui il cantante scherza con il pubblico su alcune canzoni (“Love Me” ed “Hound Dog” in particolare), mentre sul finire del concerto Elvis si trova completamente a suo agio e questo viene dimostrato dal modo con cui scherza con Charlie Hodge nel corso dell’interpretazione di “A Big Hunk Of Love” quando, durante l’assolo di pianoforte di Glen D. Hardin, getta dell’acqua addosso al suo testimone di nozze nonché chitarrista assistente di scena durante i concerti, e mettendosi divertito a ridere alla ripresa del cantato della strofa.Tolto il normale e comprensibile leggero nervosismo di inizio concerto, estremamente concentrato Elvis riuscì ad eseguire tutto lo show trasmettendo tutta la sua grandezza con estrema naturalezza e semplicità.

Verso la fine del concerto, dopo l’interpretazione di “An American Trilogy” Elvis si liberò della scomoda cintura, mentre sull’ esecuzione dell’ultima canzone “Can’t Help Falling In Love”, inaspettatamente, si sfilò il pesante mantello (costato 10.000 dollari !!!) e lo gettò in mezzo al pubblico. Fu afferrato da Bruce Spinks, giornalista sportivo dell’ Honolulu Advertiser. In quei giorni raccontò : “Non capita tutti i giorni di essere al centro delle attenzioni delle ragazze. Da quando ho preso il mantello di Elvis continuo a riceve telefonate, chiedendo che cosa voglio per il prezioso cimelio. Il più insistente è stato comunque un ragazzo di Miami, che mi ha offerto 500 dollari”. Nel 1974 il mantello fu ceduto da Spinks ad Andrew Hernun collezionista di cimeli di Elvis. A seguito della prematura morte di Hern, nel 1995 il padre di Andrew contattò Todd Morgan (della Elvis Presley Enterprises) chiedendo se fossero interessati al recupero del prezioso cimelio. Ovviamente la Elvis Presley Enterprises si attivò per la riacquisizione del prezioso mantello che attualmente viene esposto nell’edificio dei trofei a Graceland. Della cintura invece non si sono più avute notizie.

All’inizio dello spettacolo televisivo si vede l’immagine di un satellite e si sente in sottofondo uno strano suono. In realtà questo suono è un messaggio in codice morse che si viene così tradotto:

.–. P / .-. R / . E / … S / .-.. L / . E / -.- – Y

.- A /.-.. L / – – – O / …. H / .- A

..-. F / .-. R / – – – O / — M

…. H / .- A / .- W / .- A / .. I / ..

..- V / .. I / .- A

… S / .- A / – T / . E / .-.. L / .-.. L / .. I / – T / . E

Il concerto del  14 gennaio fu trasmesso alle ore 0.30 fondamentalmente per due motivi: primo perché l’entourage di Presley era ben consapevole del fatto che a quell’ora Elvis rendeva artisticamente al meglio, secondo poiché così facendo si avvantaggiavano gli spettatori del sud-est asiatico per la diretta televisiva: uno degli obiettivi che il Colonnello Parker si era posto nella realizzazione di questo evento era quello di conquistare nuovi mercati. Ecco alcune date di trasmissione dello show: 14 gennaio 1973 (in diretta) Giappone, Corea Del Sud, Filippine (in questo Stato la giornata fu nominata “Elvis Presley Day”), Tailandia, Macao, Nuova Zelanda, Vietnam Del Sud, Hong Kong, Australia; 21 gennaio 1973 : Svezia, Danimarca, Svezia (Ulf Schoning, allora presidente del Fan Club svedese, disse che la televisione svedese non trasmise lo show in diretta poiché la richiesta di 100.000 dollari fu giudicata troppo onerosa); 4 aprile 1973 (replica 14 novembre 1973) U.S.A.; 27 aprile 1973 : Germania (versione ridotta di 40 minuti); 31 aprile1973: Spagna; 27 maggio 1973: Francia (in bianco e nero); 3 giugno 1973: Svizzera Italiana (versione a colori); 31 marzo 1974 : Italia (versione di un’ora in bianco e nero).

Nei giorni successivi alla prematura morte di Elvis (16 agosto 1977) tutto il mondo gli rese omaggio con diversi speciali televisivi. Anche l’ Italia si attivò in tale direzione. La RAI riuscì a contattare il manager di Elvis per la messa in onda del concerto: la richiesta di 100.000 dollari fece però naufragare il progetto. Paradossalmente le altre Nazioni europee non si preoccuparono delle eventuali ripercussioni (che poi non ci furono) e trasmisero ciò che ritenevano più opportuno. La televisione italiana comunque mandò nuovamente in onda il concerto “Aloha From Hawaii” il 3 ottobre 1977.

Preso dall’onda dell’entusiasmo alle 3.00 del mattino di domenica 14 gennaio 1973, poco dopo il termine dello Show, il Colonnello scrisse una appassionata lettera ad Elvis che riportava: “Non abbiamo bisogno di abbracciarci, perché tutti conoscono i sentimenti che ci legano. Ho sempre saputo che quando io svolgo il mio lavoro, anche Tu, da parte tua, lo stai facendo al meglio che puoi. Questa è la ragione per la quale non intralciamo mai l’operato dell’altro. Senza il tuo talento, che è superiore a quello di chiunque altro, lo spettacolo non avrebbe potuto avere luogo”.

A proposito delle cinque canzoni eseguite a tarda notte (dopo che il pubblico lasciò la sala) esistono alcuni dubbi sulla corretta collocazione temporale delle registrazioni, taluni esperti ritengono che in realtà Elvis le interpretò al termine del primo concerto, quello di venerdì 12 gennaio 1973. Tra i due spettacoli, come già detto, Elvis si tagliò i capelli ed è proprio il dettaglio dell’acconciatura che da sempre alimenta questo dubbio. Analizzando bene tutti gli indizi sono in realtà quattro i dettagli che fanno pensare alla registrazione dei brani nella notte del 14 gennaio, dopo la diretta televisiva:

1)- Al Pachucki e Dick Baxter (fonici dell’evento) da sempre affermano che le registrazioni avvennero dopo la diretta televisiva, una volta che il pubblico defluì dalla Honolulu International Center  Arena;

2)- la RCA ha attribuito numeri di matrice consequenziale alla successione degli eventi;

3)- le registrazioni audio originali delle cinque canzoni si trovano effettivamente a fondo dei nastri con la registrazione dello show del 14 gennaio;

4)- le riprese video della NBC mostrano Elvis con l’abito da scena utilizzato per il concerto, ma senza cintura. Abbiamo infatti ricordato come Elvis non appena arrivato sulle isole Hawaii regalò la cintura originale all’ attore Jack Lord e come, durante la performance del 14 gennaio, il re gettasse nel pubblico la replica della cintura  confezionata a tempi di record e spedita ad Honolulu giusto in tempo per i concerti.   Elvis restò pertanto senza cintura!!!

HANNO DETTO IN MERITO AD “ALOHA FROM HAWAII”

MARTY PASETTA (REGISTA DELLO SPETTACOLO):

Uno dei problemi maggiori era riuscire a rendere continuamente interessante lo show per una così lunga durata (sessanta minuti). La tecnica visiva era molto importante, ma decidemmo di dare ad Elvis tutta la libertà che voleva. Le telecamere lo avrebbero seguito. Un altro notevole effetto visivo fu raggiunto con l’installazione di enormi specchi che riflettevano continuamente la sua immagine sul palco. L’incasso della serata fu di 75.000 dollari, devoluti al Kui Lee Cancer Fund. Lo show vero e proprio costò invece alla NBC circa un milione di dollari.”

JOE GUERCIO (DIRETTORE DELL’ORCHESTA):

“Per l’occasione portai alla Hawaii alcuni grossi musicisti di Los Angeles ed i miei primi strumentisti di Las Vegas. Durante l’ultima prova dissi loro: “Signori, spero che voi abbiate capito che quando questa sera alzerò la bacchetta, sarà la prima volta che la musica viene trasmessa via satellite simultaneamente in quasi tutto il mondo”. Fu una cosa straordinaria. Oltre un miliardo di persone. Sembrava incredibile, ma invece fu così”.

 

MUSICISTI COINVOLTI NEI DUE SHOW :

VOCE: Elvis Presley

TCB BAND:

– CHITARRA SOLISTA: James Burton ;

– CHITARRA RITMICA: John Wilkinson ;

– CHITARRA ACUSTICA E VOCE: Charlie Hodge ;

– BASSO: Jerry Scheff ;

– BATTERIA: Ronnie Tutt ;

– PIANOFORTE : Glen D. Hardin ;

ORCHESTRA: Joe Guercio Orchestra con sezione Archi dell’ Orchestra Sinfonica di Honolulu.

CORISTI:

– J.D. Summer& The Stamps (Donnie Summer, Bill Baize, Ed Enoch, Richard Sterban, Ed Wideman);

– The Sweet Inspiration (Myrna Smith, Sylvia Shemwell, Estelle Brown);

– Kathy Westmoreland.

NOTIZIE SULLE PUBBLICAZIONI DISCOGRAFICHE     

Il singolo estratto dal concerto, la versione di Elvis di “Steamroller Blues” di James Taylor fu pubblicato su 45 giri RCA Victor 74-0910  “The Fool” / “Steamroller Blues” nel marzo del 1973 e raggiunse la Top 20 Single Chart (alla posizione numero 17)  della U.S. Pop Singles Chart solo in aprile, vendendo comunque oltre 400.000 copie, al di sotto delle aspettative ma comunque un buon risultato considerando che la trasmissione dello show (che ne avrebbe favorito le vendite) negli Stati Uniti venne ritardata per evitare conflitti con la proiezione nelle sale cinematografiche del film  documentario “Elvis On Tour” della MGM.

Aloha From Hawaii via Satellite” il doppio LP che includeva i ventiquattro brani trasmessi via satellite, fu realizzato a tempo di record  e reso disponibile nei negozi di tutto il mondo il 4  febbraio del 1973, solamente ventun giorni dopo la registrazione dello show televisivo alle Hawaii. Per accelerare i tempi di produzione e del confezionamento del disco, la copertina venne già stampata nel 1972: se si vanno a leggere le informazioni sul retro della copertina si può infatti leggere come data 1972. Pubblicato su RCA VPSX-6089  ottenne un immediato debutto nella Top 200 di Billboard vendendo  oltre mezzo milione di dischi  in meno di quattro settimane.

Quando finalmente lo show televisivo “Aloha From Hawaii via Satellite” fu trasmesso negli Stati Uniti la sera del 4 aprile 1973 dalla NBC raggiunse il 51% delle persone che guardavano la TV. Il successo di audience e il grande parlare dei media fece si che il doppio LP balzasse immediatamente al numero 1 di Billboard spodestando l’allora numero uno “Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd. L’album rimase in classifica per ben 52 settimane consecutive ottenendo la certificazione della RIAA come cinque volte platino. Fu il primo numero Uno nella classifica di Billboard di vendita dei 33 giri di Elvis dai tempi del successo della colonna sonora del suo sedicesimo film “Roustabout” pubblicata su Lp negli U.S.A il 20 ottobre  1964 su RCA Victor Records in mono e stereo con codice di catalogo RCA LPM/LSP 2999 .

L’album fu registrato con la tecnica della quadrifonia: tecnica di riproduzione/registrazione del suono che prevede quattro flussi sonori destinati ad essere riprodotti ognuno da un diverso diffusore acustico posizionato nell’ambiente d’ascolto nel modo seguente: due diffusori posizionati frontalmente all’ascoltatore, uno sulla sinistra e uno sulla destra secondo angoli prestabiliti, e due diffusori alle spalle dell’ascoltatore, di nuovo uno sulla sinistra e uno sulla destra secondo angoli prestabiliti. Questa tecnicaera particolarmente in voga nei primi anni ’70 e fu introdotta sul mercato discografico americano dal gruppo Inglese dei Pink Floyd, sembrava che dovesse soppiantare in brevissimo tempo i formati di registrazione  Mono e Stereo ma non riscosse il successo sperato. “Aloha From Hawaii” fu il primo LP quadrifonico a raggiungere la vetta delle classifiche di Billboard.

Seguono le tracce che compongono l’album “Aloha From Hawaii” così come uscì il 4 febbraio 1973:

DISCO 1

LATO 1

01)- “Also Sprach Zarathustra” (Richard Strauss) 1:11 ;

02)- “See See Rider” (Traditional arr. Presley) 2:27 ;

03)- “Burning Love” (Dennis Linde) 3:09 ;

04)-  “Something” (George Harrison) 3:28 ;

05)-  “You Gave Me A Mountain”  (Marty Robbins) 3:15 ;

06)- “Steamroller Blues” (James Taylor) 3:04;

LATO 2

07)- “My Way” (Claude François – Jacques Revaux – Paul Anka) 3:58 ;

08)- “Love Me” (Jerry Leiber -Mike Stoller) 1:53 ;

09)- “Johnny B. Goode” (Chuck Berry) 1:42 ;

10)- “It’ s Over” (Jimmie Rodgers) 2:08 ;

11)- “Blue Suede Shoes” (Carl Perkins) 1:15 ;

12)- “I’m So Lonesome I Could Cry” (Hank Williams) 2:15 ;

13)- “I Can’t Stop Loving You” (Bernie Lowe – Kal Mann) 2:25 ;

14)- “Hound Dog” (Jerry Leiber – Mike Stoller) 0:55;

DISCO 2

LATO 3

01)- “What Now My Love” (Gilbert Bécaud – Carl Sigman) 3:15 ;

02)- “Fever” (Eddie Cooley – John Davenport) 2:47 ;

03)- “Welcome To My World” (John Hathcock – Ray Winkler) 1:53 ;

04)- “Suspicious Minds” (Mark James) 4:26 ;

05)- Introductions By Elvis 1:41 ;

LATO 4

06)- “I’ ll Remember You”  (Kui Lee) 2:33 ;

07)- “Long Tall Sally” / “Whole Lotta Shakin’ Goin’ On” (Otis Blackwell – Sunny David – William Johnson – Richard Penniman – Dub William) 2:08 ;

08)- “An American Trilogy” (Mickey Newbury) 2:31 ;

09)- “A Big Hunk O’ Love” (Aaron Schroeder – Sidney Wyche) 1:56 ;

10)- “Can’t Help Falling In Love” (George Weiss – Hugo Peretti – Luigi Creatore) 2:54 .

I seguenti cinque brani vennero registrati al termine dello show del 14 gennaio da Elvis sul palco senza pubblico con la TCB Band e l’orchestra di Joe Guercio al gran completo ed inseriti nello speciale televisivo andato in onda negli Stati Uniti il 4 aprile 1973. Non furono inseriti sull’album originale del 1973, ma furono inseriti nella riedizione in CD del 1998.

01)- “Blue Hawaii” (Ralph Rainger  – Leo Robin) 2:34 ;

02)- “Ku-U-I-Po” (Luigi Creatore – Hugo Peretti  – George David Weiss) 2:20 ;

03)- “No More” (Don Robertson – Hal Blair) 2:34 ;

04)- “Hawaiian Wedding Song” (Al Hoffman – Dick Manning – Charles King) 2:47 ;

05)- “Early Morning Rain” (Gordon Lightfoot) 2:30 .

Non era notizia pubblica, al tempo, il fatto che anche le prove dello show (effettuate venerdì 12 gennaio 1973) vennero registrate dalla RCA: quindici anni dopo, nel giugno del 1988 (a più di dieci anni dalla morte di Elvis) lo show venne pubblicato  su Lp  RCA – 6985-1R con il titolo “The Alternate Aloha”.

 

CONFERENZE STAMPA DI PRESENTAZIONE

1)- 4 SETTEMBRE 1972, HOTEL HILTON, LAS VEGAS

Prima conferenza stampa per la presentazione dello  show  “Aloha From Hawaii”. Sono presenti rappresentanti della stampa e della RCA; la sala dell’intervista è stata addobbata con cappelli in poliestere che portano ognuno il nome della nazione che riceverà lo show via satellite.

GIORNALISTA: “Elvis ha finito da poco il suo show all’Hilton…”

ELVIS: “Mi sembra di essere ancora in scena!!!”

ROCCO LA  GINESTRA(RCA) : “Questo è solo l’inizio Elvis!!!”

GIORNALISTA : “Puoi indicare il cappello con la scritta GIAPPONE, per favore?”

LA GINESTRA : “Desidero iniziare questa conferenza stampa congratulandomi con Elvis per due progetti che lo coinvolgono. Il primo vedrà Elvis come primo artista al mondo impegnato in un concerto ripreso via satellite. Una cosa davvero spettacolare. Il secondo, l’emissione di un album tratto dallo show. Tutto ci è stato reso possibile dall’unione degli sforzi di tanta gente e specialmente del Colonnello Tom Parker. Elvis di nuovo le mie congratulazioni.”

ELVIS : “Grazie. E’ difficile crederci … che in tutti i Paesi del Mondo … via satellite … E’ difficile crederci. Un concerto dal vivo è molto eccitante per me a causa dell’atmiosfera elettrizzante che si crea. E’ la parte che preferisco del mio lavoro.”

GIORNALISTA : “Come Ti riposi?”

ELVIS : “Mi esercito tutti i giorni. Eseguo dei vocalizzi. Cerco di stare sempre in forma sia vocalmente che fisicamente”.

GIORNALISTA : “Qual è la cosa più difficile?”

ELVIS : “ Tutte e due le cose sono difficili. Ci devi lavorare ma non mi dispiace”.

LA GINESTRA : “Debbo dire questo. Quando abbiamo contattato i vari Paesi del Mondo, è stato subito chiaro che Elvis era l’unico a poter fare una cosa del genere, oggi come oggi. E’ ben conosciuto in ogni Paese e l’accoglienza al nostro progetto è stata fantastica. Sapete, Elvis è stato richiesto per spettacoli da tutte le parti del Mondo ma non poteva accontentare tutti, così questo è il modo di poterlo fare e la richiesta per quaesto show ha superato di gran lunga tutte le nostre aspettative”.

ELVIS : ”Grazie infinite”.

2)- GENNAIO 1973, HONOLULU, HILTON HAWAIIAN VILLAGE HOTEL

GIORNALISTA : “Ti piace l’Hawaiian International Centre dove ti esibirai?”

ELVIS: “Si, mi piace.”

GIORNALISTA: “Com’è l’acustica?”

ELVIS: “Non è cattiva. Ci stiamo lavorando.”

GIORNALISTA: “Nello show via satellite, parlerai in diverse lingue o solo in inglese?

ELVIS: “Non state scherzando? Parlerò solo inglese. Ho cantato qualche canzone in spagnolo, tedesco… ma non so!

GIORNALISTA: “Nel programma si legge che lo show inizia alle ore 0.30.”

RCA: “E’ giusto. La ragione è che quando qui saranno le 0.30 in altri Paesi come il Giappone o l’Australia saranno le 19.30, che è l’orario giusto per uno show.”

GIORNALISTA: “Quanto durerà lo spettacolo?”

RCA: “Un’ora esatta.”

GIORNALISTA: “Elvis come spieghi che dopo diciassette anni di successi, con artisti che sono apparsi e scomparsi, Tu sei ancora qui?”

ELVIS: “Prego molto (ride). Cerco di fare il meglio che posso.”

GIORNALISTA: “Giudicando dalla Tua esibizione di sabato sei veramente cresciuto e migliorato.”

ELVIS: “Grazie. Amo suonare dal vivo.”

GIORNALISTA: “Hai intenzione di suonare in Giappone?”

ELVIS: “Mi piacerebbe, ma attualmente non c’è nessun progetto.”

GIORNALISTA: “Cosa pensi di tutti quei giapponesi che vanno a Las Vegas per vederti e che sono arrivati fin qui nelle Hawaii?”

ELVIS: “Li amo.”

GIORNALISTA: ”Hai qualche proprietà nelle Hawaii?”

ELVIS: “No, nessuna.”

GIORNALISTA: “Che posto occupa il matrimonio nel tuo futuro?”

ELVIS: “Non ci penso molto. Vi dirò la verità. Ho una bambina di quattro anni ed è difficile conciliare le due cose. Voglio dirvi che è un grande privilegio per me fare questo show via satellite. Farò del mio meglio e lo stesso farà tutta la gente che lavora con me. Solo puro divertimento senza pretesa di messaggi. Proverò solo a fare contenta la gente per un’ora. Se riusciamo a fare questo allora avremo fatto bene il nostro lavoro.”

Di seguito l’interpretazione di “An American Trilogy” eseguita da Elvis il 14 gennaio 1973 durante lo show trasmesso via satellite. Assolutamente da non perdere.

BIBLIOGRAFIA

“Elvis The Pelvis”, Autori Vari, 1990, Arti Grafiche Pinelli Milano, per conto di Edizioni Blues Brothers;

“Manuali Rock: Elvis Presley La Storia, Il Mito, Catalogo Completo Delle Canzoni, Tutti I Dischi”, Livio Monari, 1992, Arcana Editrice, Milano;

“Pazzo Per Le Donne”, Augusto Morini, 1999, Grafica Santhiatese Editrice,Vicenza;

“Legends Rock’n’Roll Elvis Presley”, Carmelo Genovese, 2003, Editori Riuniti, Roma;

“Elvis, L’Ultimo Treno Per Memphis”, Peter Guralnick, 2004, Baldini Castoldi Dalai Editore, Milano;

“Elvis, Amore Senza Freni”, Peter Guralnick, Baldini Castoldi Dalai Editori, 2004, Milano;

“Guida Completa A Elvis Presley”, Paul Simpson, 2006, Antonio Vallardi Editore, Milano;

“Elvis Presley Enciclopedia delle Canzoni Dalla Sun A Moody Blue” Livio Monari, 2008, www.stampalibri.it, Macerata;

“Elvis In Concert 1945-1977”, Sebastiano Cecere, 2012, Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, Viterbo;

“Elvis Presley La Musica E Il Regno, Guida Illustrata Alla Discografia Completa” John Robertson, 2014, Lit Edizioni Srl, Roma.