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6 gennaio 1938: nasce Adriano Celentano

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Siamo nella seconda metà degli anni ’20. I coniugi Giuditta Giuva e Leontino Celentano sono due delle migliaia di emigranti di origine foggiana che lasciano la Puglia per raggiungere il Nord in cerca di lavoro, inconsapevoli della grande crisi che colpirà il mondo occidentale alla fine del decennio. Prima si sistemano in Piemonte, poi Giuditta decide che è meglio spostarsi in Lombardia. Il caso vuole che la famiglia di emigranti trovi  un’ abitazione a Robecco, un paesino alle porte di Milano. Leontino ha trentasette anni, Giuditta trenta. Sono genitori di quattro figli: Rosa, Alessandro, Maria, Adriana. Ce ne vuole un po’ prima che i due si sistemino. Sono tempi duri per tutti. Alla fine la fortuna prevale: Leontino trova un’ occupazione come rappresentante di biancheria, Giuditta continua a fare quello che già faceva da ragazzina a Foggia: la sarta. Qualche anno dopo, nel 1934, quando sembra che le cose si mettano al meglio piomba sulla famiglia Celentano la tragedia: la figlia Adriana muore a soli nove anni di leucemia. Il dolore è enorme.  Mamma Giuditta, donna forte e determinata, regge con difficoltà il duro colpo ma tira avanti. Sa di essere una delle colonne della famiglia e non vuole che il suo dolore pesi sull’ andamento familiare. Quando, però, nel 1937 un ginecologo annuncia alla signora di quarantuno anni che sta per avere un figlio, lei non ci crede, pensa a una malattia grave.  E quando i medici spiegano alla donna che la gravidanza sta procedendo a gonfie vele, la signora Giuva in Celentano la prende malissimo: si rifiuta persino di preparare l’ occorrente per il nascituro. Ma il tempo non si può fermare. E così il 6 gennaio del 1938, in via Cristoforo Gluck numero 14, nasce l’ ultimo dei Celentano. In ricordo della sorella morta quattro anni prima, il neonato viene chiamato Adriano: il figlio meno atteso e meno voluto sarebbe divenuto un artista che in quasi sessant’ anni di carriera avrebbe cambiato la musica e per certi versi il costume dell’ Italia del dopoguerra, il modo di comunicare, il modo di fare televisione e spettacolo, guadagnandosi sul campo definizioni assai diverse tra di loro come “Il Provocatore”, “Animale da palcoscenico”, “Re degli Ignoranti”, “Predicatore”, “Inventore del silenzio mediatico” ed ovviamente “Il MOLLEGGIATO”.

IL RAGAZZO DELLA VIA GLUCK

Celentano nel 1966 volle rendere omaggio alla via in cui nacque incidendo il brano “Il Ragazzo Della Via Gluck” e presentandolo all’edizione del Festival di Sanremo di quell’anno. Adriano in realtà avrebbe dovuto partecipare al Festival con un’ altra canzone, “Nessuno Mi Può Giudicare”, di cui registrò anche il provino (pubblicato solo recentemente nella raccolta “Il Cuore La Voce” del 2001): ma non convinto del risultato, optò per “Il Ragazzo Della Via Gluck” (Testo di Luciano Beretta e Miki Del Prete; musica di Adriano Celentano). Presentata al Festival di San Remo del 1966 con scarso successo in coppia con Il Trio Del Clan (Gino Santercole, Ico Cerutti e Pilade)  (verrà infatti eliminata dopo la prima serata, mentre il brano “Nessuno Mi Può Giudicare” scartata da Adriano ed interpretata da Caterina Caselli in coppia con Gene Pitney si classificò al secondo posto del Festival, edizione che fu vinta dall’accoppiata Domenico Modugno – Gigliola Cinquetti con il brano “Dio Come Ti Amo” composta dallo stesso Modugno), è diventata nel tempo una delle canzoni più note di Adriano Celentano, ed anche una delle sue più rappresentative, proprio perchè nel testo vi sono molti riferimenti autobiografici: via Gluck è la via di Milano dove il cantante era nato nel 1938 e dove viveva da ragazzo con la famiglia, e gli otto anni passati (“…passano gli anni, ma otto son lunghi…”) sono un riferimento all’inizio della carriera discografica di Celentano, nel 1958.

Oggi via Gluck è una strada stretta e lunga, dimenticata, abitata in massima parte da extracomunitari arabi e cinesi (ci sono ben tre centri massaggi). Una strada a senso unico da cui non capita mai di passare, a meno che non si voglia proprio andare lì. Una via tranquilla che dal trafficatissimo viale Lunigiana piega verso Greco e la Martesana, a due passi dal muraglione della Stazione Centrale, dalla parte di via Sammartini. La casa dove è nato Celentano il 6 gennaio del 1938, ultimo di cinque figli di Leontino e Giuditta, immigrati pugliesi, è ancora lì, quasi identica a com’era allora, al numero 14. Una palazzina degradata, color grigio e nocciola, su tre piani, molto povera, in stato di semiabbandono. I Celentano abitavano in cortile, a piano terra, di fronte all’uscio del bagno comune, che c’è ancora. Qua e là qualche giocattolo lasciato in terra e un paio di vecchie biciclette contro al muro. Gli stranieri che ci abitano nulla sanno de “Il Ragazzo Della Via Gluck”, di Celentano e di una celebre canzone entrata nella storia del costume di Milano.

CURIOSITA’

Christoph Willibald Gluck (Erasbach, 2 luglio 1714 – Vienna, 15 novembre 1787) è  stato un compositore tedesco, attivo soprattutto come autore di opere, uno dei maggiori Rappresentanti del movimento musicale che va sotto il nome di Classicismo. Le sue riforme in ambito operistico ebbero grande fortuna influenzando notevolmente molti compositori tra i quali: Mozart, Salieri, Cherubini, Berlioz e Wagner. A lui è dedicata la Via Gluck (per esteso: Via Cristoforo Gluck) a Milano, dove nacque Adriano Celentano, Via che fu resa celebre dalla canzone “Il Ragazzo Della Via Gluck” al Festival di Sanremo del 1966.

“Il Ragazzo della Via Gluck”, fu bocciata dalla giuria del Festival di Sanremo del 1966 ma appena venne immessa sul mercato discografico italiano su singolo “Il Ragazzo della Via Gluck” / “Chi Era Lui” (Clan, ACC 24032) si rivelò essere uno dei successi maggiori di Adriano Celentano: quasi un milione di copie vendute e versioni in diciotto lingue diverse tra cui inglese, tedesco, serbo-croato, svedese e norvegese. La versione estera più conosciuta e ricordata è quella francese di Françoise Hardy, cantautrice e musa della contestazione parigina, che ascolta il brano e lo fa suo traducendolo come “La Maison Où J’Ai Grandi” pubblicata nel giugno dello stesso 1966 su singolo Disques Vogue VRS 7011 “La Maison Où J’Ai Grandi” / “Je Ne Suis Là Pour Personne”. La stessa canzone diede il titolo anche al settimo Long Playing di Françoise uscito nel 1966 anche in italia, con numero di catalogo LP Vogue (CLD 702-30), composto da quattordici canzoni, di cui l’ultima del lato B era proprio “La Maison Où J’Ai Grandi”.

Il Ragazzo Della Via Gluck” suscitò l’interesse di Pier Paolo Pasolini che progettò di trarre un film dal racconto della canzone, per sviluppare l’aspetto della civiltà urbana che stava distruggendo la cultura contadina. Il regista e Celentano (che doveva recitare ovviamente la parte da protagonista nel film) si incontrarono spesso; il progetto, però, non andò in porto.

Nei primi anni ’50 la famiglia Celentano si trasferisce dalla Via Gluck in via Cesare Correnti, quasi dalla parte opposta della città, e per Adriano è un piccolo dramma. Non fatica a fare amicizia con i nuovi vicini, ma continua a frequentare la vecchia compagnia. Tra le nuove amicizie che instaura da menzionare quella con Giorgio Gaberscik, il futuro Giorgio Gaber, che nel giugno ‘66 renderà omaggio ad Adriano con ”La Risposta Al Ragazzo Della Via Gluck”. Il protagonista di questa simpatica canzone vive in un palazzo un po’ malandato che viene “demolito per farci un prato. L’amore è bello, ma non è tutto, e per sposarsi occorre un tetto. E’ ora di finirla di buttare giù le case per farci i prati. Cosa ci interessano a noi i prati. Ma perché non buttano giù i palazzi del centro? Macché sempre noi della periferia ci andiamo di mezzo”.  Curiosamente  Celentano utilizzerà il quartiere amato da Gaber, il Giambellino immortalato ne  “La Ballatta Del Cerutti Gino” per girare il videoclip de “Il Ragazzo Della Via Gluck”. La canzone fu pubblica il 15 giugno 1966 su singolo Ri-Fi RFN-NP 16155 “La Risposta Al Ragazzo Della Via Gluck” / “Ma Voi Ma Voi Ma Voi”.

Il singolo “Il Ragazzo Della Via Gluck” risultò essere il decimo 45 giri più venduto del 1966, con quasi un milione di copie acquistate. Nonostante ciò non riuscì mai ad arrivare alla vetta della classifica settimanale di dischi più venduti, raggiungendo al massimo la posizione numero 2, preceduto paradossalmente da “Nessuno Mi Può Giudicare” (la canzone che Celentano rifiutò di portare al Festival) di Caterina Caselli prima e da “Michelle” dei Beatles in seguito.

Nel 1968 Celentano pubblicò la “La Storia Di Serafino” che può essere considerata la continuazione de “Il Ragazzo Della Via Gluck”, colonna sonora del Film “Serafino” di Pietro Germi uscito nelle sale cinematografiche nello stesso anno e che vide Adriano protagonista della pellicola con Ottavia Piccolo. La canzone uscì su 45 giri “La Storia Di Serafino” / “La Pelle” Dischi Clan, BF 69013

Nel 2004 il cantante ne ha inciso una rivisitazione nell’album “C’è Sempre Un Motivo, intitolata “Quel Casinha” e cantata con un nuovo testo in lingua creola, in coppia con Cesaria Evola: il risultato è un mix di stili che va dal pop al jazz passando per il rock.

Un aneddoto curioso è riconducibile al Festival di Sanremo 1966, quando Celentano presenta “Il Ragazzo Della Via Gluck” accompagnato dal “famoso” Trio Del Clan, ovvero Ico Cerutti, Gino Santercole e Pilade (Lorenzo Pilat). Per i tre cantanti della scuderia Clan la partecipazione al Festival rappresentava sicuramente un’ occasione, forse unica, per lanciare la loro carriera.  I tre erano particolarmente emozionati ed agitati prima della loro esibizione. Celentano se ne accorse e quindi prima di lanciarli sul palco diede loro un Libium al fine di tranquillizzare un poco i suoi compagni. Ma proprio pochi istanti prima di salire sul palco del Salone delle Feste del Casinò Municipale di Sanremo per interpretare la loro versione de “Il Ragazzo Della Via Gluck”, il presentatore della manifestazione Mike Bongiorno vedendoli particolarmente pallidi offri loro un whisky … inutile immaginare che reazione scatenò in loro questo cocktail di farmaci e superalcolici… sta di fatto che Il Trio Del Clan una volta salito sul palco della manifestazione interpretando il brano di Celentano andò in confusione più totale e cantò in ordine sbagliato la sequenza delle strofe della canzone … Scontato l’esito della giuria.

Adriano Celentano ha cantato “Il Ragazzo Della Via Gluck” in duetto con Eros Ramazzotti il 27 ottobre 2005 nel corso della trasmissione televisiva “Rockpolitik”: durante l’esecuzione della canzone lo share  ha raggiunto il 69,45%!

Sfruttando il grande successo del singolo nel novembre del 1966 venne pubblicato su Clan Celentano ACC 40007 il 33 giri “Il Ragazzo Della Via Gluck”. Si tratta di una raccolta di canzoni già precedentemente pubblicate su singolo o contenute in precedenti album del “Molleggiato”, di fatto l’unico inedito di questo Long Playing era “Il Mio Amico James Bond” cover della canzone “Thunderball” di Tom Jones, con testo in italiano di Miki Del Prete e Mogol. Ecco le quattordici tracce dell’album:

LATO A

01)- “Il Ragazzo Della Via Gluck” (Testo: Luciano Beretta e Miki Del Prete; Musica: Adriano Celentano) 4′ 17″ ;

02)-  “E’ Inutile Davvero” (Testo: Mogol e Miki Del Prete; Musica: Gino Santercole) 3′ 32″ ;

03)- “Ciao Ragazzi” (Testo: Mogol e Miki Del Prete; Musica: Adriano Celentano) 2′ 34″ ;

04)- “E Voi Ballate” (Testo: Nisa e Miki Del Prete; Musica: Nello Giangherotti) 2′ 57″ ;

05)-  “Chi c’è’ l’ha Con Me” (Testo: Mogol e Miki Del Prete; Musica: Pino massara) 3′ 19″ ;

06)-  “Non Mi Dir” (Testo: Miki Del Prete e Claudio Adorni; Musica: Alex Alstone e George Tabet) 2′ 13″ ;

07)-  “Uno Strano Tipo” (Testo: Mogol e Miki Del Prete; Musica: Don Backy e Adriano Celentano) 2′ 05″;

LATO B

08)- “Il Mio Amico James Bond” (Testo: Mogol e Miki Del Prete; Musica: Barry e Black) 2′ 10″ ;

09)-  “La Festa” (Testo: Luciano Beretta e Miki Del Prete; Musica: Pino Massara) 3′ 42″ ;

10)- “Chi Era Lui” (Testo: Mogol e Miki Del Prete; Musica: Paolo Conte) 2′ 51″;

11)- “Sono Un Simpatico” (Testo: Luciano Beretta, Rosario Leva,Don Backy; Musica: Gianfranco Reverberi) 2′ 43″;

12)- “Il problema più importante” (Testo: Luciano Beretta, Miki Del Prete; Musica : Rudy Clark) 2′ 32″ ;

13)-  “Due Tipi Come Noi” (Testo: Luciano Beretta e Miki Del Prete; Musica: Gino Santercole) 2′ 08″ ;

14)-  “Ringo” (Testo: Franco Castellano e Pipolo; Musica: Don Robertson e Hal Blair)  3′ 07″ .

L’ album è accreditato ad Adriano Celentano e i Ribelli. Arrangiamento e Direzione Detto Mariano.

Ecco il video che fu girato nel 1966 nel quartiere del Giambellino per promuovere la canzone autobiografica presentata da Celentano a Sanremo 1966:

BIBLIOGRAFIA

Questa E’ La Storia … Celentano Nella Musica, Nel Cinema e in Televisione” Aldo Fittante, 1997, Editrice Il Castoro S.r.l., Milano;

Adriano La Sua Vita E’ Come Un Rok”, Bruno Perini, 1999, RCS Libri S.p.A, Milano;

Adriano Celentano 1957-2007 : Cinquant’anni Da Ribelle”, Sergio Cotti, 2007, Editori Riuniti, Roma;

1000 Canzoni Che Ci Hanno Cambiato La Vita”, Enzo Guaitamacchi, 2009, Rizzoli, Milano;

Festival Di Sanremo Almanacco Illustrato Della Canzone Italiana”, Anselmi E., 2009, Ed Panini, Modena;

Memorie Di Zio Adriano” Bruno Perini, 2010, Arnoldo Mondadori Editore S.p.a, Milano;

www.clancelentano.it;

it.wikipedia.org .