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4 maggio 1956 : Gene Vincent incide “Be Bop A Lula”

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GENE VINCENT AND HIS BLUE CAPS - BE BOP A LULA - THE BEAT CIRCUS CUNEO

Eugene Vincent Craddock (Norfolk, Virginia 11/02/1935 – Los Angeles, California 12/10/1971) nel febbraio del 1952 abbandona gli studi presso la South Norfolk Hight School di Norfolk per arruolarsi nel corpo della Marina dell’ Esercito U.S.A. dove presterà servizio fino al 1955. In questi tre anni il Marine Craddock svolge parte del servizio militare in Europa e, nei rari momenti di tempo libero, continua a dedicarsi ed a coltivare la sua grande passione per la musica: accompagnandosi con la chitarra (che la leggenda vuole essere stata acquistata al porto di Napoli per 22 dollari mentre era di passaggio sul mare Mediterraneo durante il suo servizio in Marina) infatti canta musica country ispirandosi al mito vivente Hank Williams. Nel luglio del 1955 il marinaio Craddock è in licenza a Norfolk quando viene investito da un’ automobile mentre è alla guida della sua motocicletta Triumph riportando gravi ferite alla gamba sinistra da cui non guarirà mai del tutto (altre fonti meno ufficiali vogliono che Eugene si procurò l’infortunio mentre era in servizio come corriere motociclista ed un’altra ancora, più fantasiosa, racconta di come l’infortunio alla gamba sia in realtà una conseguenza di uno scontro armato durante la guerra di Corea, terminata nel luglio del 1953). Le cure e la convalescenza avvengono presso il Portsmouth Naval Hospital. Nei mesi trascorsi tra le mura dell’ ospedale Eugene occupa il suo abbondante tempo libero nell’esercizio al canto e decide di dedicarsi in modo professionale alla musica, incoraggiato anche, e soprattutto, dalla rapida ascesa del maggiore esponente del Rock’ n’ Roll, Elvis Presley, artista e genere musicale da sempre seguito da Eugene. Vincent si è infatti fin da subito innamorato del Rock’ n’ Roll ascoltando “Rock Around The Clock” di “Bill Haley And His Comets” e “Maybellene” di Chuck Berry. Agli amici e famigliari che gli fanno notare quanto sarebbe più appropriato il tradizionale Country & Western, Eugene è solito rispondere: “Non fa per me. Il Rock’ n’ Roll è per i giovani ed io mi sento in sintonia con esso”.  Nei primi mesi del 1956 Craddock viene selezionato per partecipare allo show radiofonico “Country Showtime” della stazione locale WCMS (Western Country Music Station) e, visto il successo riscontrato, inizia ad esibirsi in pianta stabile con i Virginians, l’orchestra fissa della stazione radio di Norfolk, Virginia. Il crescente successo e la popolarità che localmente inizia a riscontrare Craddock spingono Roy Lamear, il direttore della WCMS ed il dj William Beauregarde “Sheriff Tex” Davis ad occuparsi meglio del giovane cantante, nella speranza di raggiungere con esso gli stessi successi raggiunti dal Colonnello Tom Parker e dalla RCA con Elvis Presley.

“Sheriff Tex” Davis contatta alcuni dei migliori musicisti della zona: Cliff Gallup (chitarra solista), Willie Williams (chitarra ritmica), Jack Neal (contrabbasso) e Dickie Harrell (batteria) e nell’aprile del 1956 i cinque ragazzi incidono alla WCMS un demo della canzone “Be Bop A Lula”: un brano inedito composto nelle stanze del Portsmouth Naval Hospital durante la sua convalescenza dall’incidente in moto dallo stesso Craddock con l’aiuto per il testo di un altro paziente , il marine Donal Graves, il quale cederà la propria quota di diritti d’autore per venticinque dollari al manager di Eugene. La canzone, ispirata ad un personaggio dei fumetti americani, la piccola “Little Lulu”, verrà quindi accreditata a Gene Vincent (nome d’arte di Eugene Vincent Craddock) ed a Sheriff Tex Davis.

Il demo della canzone insieme ad altre due registrazioni, “I Sure Miss You” e “Race With The Devil” (un brano ispirato al suo incidente con la motocicletta) viene recapitato a Ken Nelson, talent scout e lungimirante produttore della Capitol Records, casa discografica di Hollywood, che ha capito prima di tutto che il Rock’ n’ Roll non sarà una semplice moda passeggera e, soprattutto,  il suo potenziale commerciale. Anche la Capitol Records è alla disperata ricerca di un cantante che possa contrastare il fenomeno musicale della RCA Presley. Il sound della canzone “Be Bop A Lula” e la voce di Craddock colpiscono i funzionari della Capitol Records che non esitano a mettere immediatamente sotto contratto il ventunenne cantante di Norfolk. Neanche un mese dopo, il 4 maggio 1956, Eugene Craddock ed il suo complesso sono convocati ai Bradley’s Barn Studios di Nashville (Tennessee) per la loro prima session di registrazione professionale.

Al loro arrivo presso gli studi di registrazione i cinque ragazzi sono sorpresi nel vedere che ad attenderli, oltre al funzionario della Capitol Records, ci sono anche dei session men professionisti: Nelson temendo che i futuri “Blue Caps” non fossero all’altezza di una registrazione professionale aveva infatti convocato degli strumentisti di professione per accompagnare Gene Vincent. Il chitarrista Cliff Gallup, sempre preciso ed imperturbabile, invita i suoi compagni a mantenere la calma ed a non farsi scoraggiare. Appena i ragazzi si lanciano nell’esecuzione di “Woman Love”, “Be Bop A Lula” e “Race With The Devil” con la Gretsch Duo Jet di Cliff Gallup che ricama melodia e ritmo tra passato e futuro, trasmettendo una tranquillità incredibile anche ai suoi compagni, i turnisti, stupiti da così tanta sicurezza e bravura, sono invitati da Nelson a tornare alle loro abitudinarie mansioni. Il lavoro della sei corde di Gallup in “Race With The Devil” è divenuto ormai un classico della chitarra rockabilly, impressionante nella sua energia e precisione con progressioni ascendenti e discendenti ed una concisione stilistica che definisce con classe quello che sarà lo stile della musica di Gene Vincent.

In tempi record, il 2 giugno 1956, viene immesso sul mercato discografico americano il singolo “Woman Love” / “Be Bop A Lula” su Capitol Records F 3450: il primo 45 giri di “Gene Vincent And His Blue Caps”. La scelta del nome d’arte di Vincent è abbastanza scontata mentre quella dei “Blue Caps” sembra venga fatta ispirandosi al cappello rosso indossato abitualmente dai portabagagli delle stazioni ferroviarie. Secondo altre versioni, il caratteristico cappello blu indossato dal gruppo di Gene Vincent, si ispira al berretto blu che abitualmente il presidente Eisenhower indossava durante le sue amate partite a golf.

Per il Lato A del singolo era stata scelta la canzone “Woman Love” composta da Jack Rhodes e Dick Reynolds mentre “Be Bop A Lula” era stata relegata al Lato B. A causa degli espliciti riferimenti sessuali di “Woman Love” (“Well I’m lookin’ for a woman with a one track mind / A huggin’ and a kissin’ and smoochin’ all the time”) alcuni DJ saranno contrari a trasmetterla. Prende quindi il sopravvento il Lato B del singolo, nel giro di poche settimane è infatti “Lula”(così veniva abbreviato il titolo della canzone) a ritrovarsi a scalare le classifiche di vendita dei 45 giri in U.S.A. . Gene stenta a credere al successo del disco. Appena pubblicato ne aveva portato subito qualche copia ai suoi famigliari ed ai suoi amici ed ex colleghi nell’esercito, ma tutti erano restati perplessi di fronte ad una musica che a loro pareva addirittura imbarazzante. La canzone ha però un testo strano ma allo stesso tempo convincente e contiene tutti gli elementi chiave per riuscire a fare breccia nel nuovo mondo del Rock’ n’ Roll. Le rime tra “Gal (girl) in red blue jeans” e “queen of all the teens” e la provocante promessa di “She’ s my Baby and she don’ t mean maybe” contengono tutti gli elementi per risultare appetibili al pubblico degli adolescenti. Il ritmo è molto avvincente, il riff di chitarra di  Cliff Gallup è ormai riconosciuto come un classico della musica Rock’ n’ Roll, il cantato di Gene Vincent molto soft e caratterizzato dal sapiente, e per i tempi assolutamente innovativo, uso del delay  (eco ribattuto) nella registrazione della voce.

Per tutta questa serie di fattori “Be Bop A Lula” ottenne un successo strepitoso: 200.000 copie vendute in tre settimane e due milioni accertate nell’aprile del 1957.  Entra nella classifica Us Pop Music di Billboard il 23 giugno ed a metà luglio raggiunge la posizione numero sette (numero otto nella Hot R&B/Hip-Hop Songs, numero cinque nella C&W Best Seller Chart).

Di colpo i cinque giovani ragazzi, all’epoca il batterista Harrel aveva appena quindici anni, si trovano catapultati nello show business e nei mesi successivi vengono impegnati in estenuanti tournées che culminano con l’esibizione televisiva al “Perry Como Show” del 28 luglio 1956. Dopo aver visto trionfare Elvis in televisione adesso non sembra loro vero di essere chiamati ad esibirsi di fronte a Tutta l’ America. Nel corso del 1956 viene dato alle stampe il loro primo LP “Bluejean Bop” (Capitol T 764) ed altri tre singoli: “Race With the Devil” / “Gonna Back Up Baby” (Capitol F3530), “Blue Jean Bop” / “Who Slapped John” (Capitol F3558) e “Jumps, Giggles And Shouts” / “Wedding Bells” (Capitol 14681 UK) di cui però solo il primo scalerà le classifiche di vendita. Nell’ autunno di quel loro magico 1956 il gruppo partecipò al lungometraggio “The Girl Can’t Help It” (in Italia “Gangster Cerca Moglie”) il miglior film in assoluto di Rock’ n’ Roll, diretto da Frank Tashlin e che nel cast annoverava, tra gli altri, anche artisti del calibro di Little Richard, Fats Domino, “The Platters” ed Eddie Cochran.  All’inizio del 1957 Vincent è costretto a rallentare la propria attività artistica a causa dei problemi che gli causa la gamba sinistra infortunata: negli anni subirà diverse operazioni e per tutta la vita sarà costretto ad utilizzare, dal ginocchio in giù, un sostegno tutore di metallo che sarà la causa della sua goffa presenza scenica.

Risolti parzialmente i suoi problemi di salute, nella primavera del 1957 Vincent riforma i “Blue Caps”, ai quali aggiunge in formazione due “clapper boys”, ovvero ragazzi che sulla scena battono ritmicamente le mani e fanno coretti vocali di accompagnamento, e riprende a pieno ritmo l’attività concertistica e di incisione in studio. In luglio viene dato alle stampe il singolo “Lotta Lovin'” / “Wear My Ring” (Capitol F 3763), altro grande successo e pietra miliare del Rock’ n’ Roll delle origini, con un milione e mezzo di copie vendute in soli quattro mesi (tredicesima posizione raggiunta nelle classifiche settimanali di Billboard e diciannove settimane di permanenza in classifica). Sarà l’ultimo grande successo commerciale di Gene Vincent negli U.S.A.. Nell’ottobre del 1957 partecipa ad una importante Tournée in Australia con altri due idoli del Rock’ n’ Roll delle origini: Little Richard e Eddie Cochran; il 17 novembre partecipa ad una puntata dell’ “Ed Sullivan Show” mentre a dicembre partecipa al “Rock‘ n’ Roll Dance Party” di Alan Freed al teatro Paramount di New York.  Nella primavera del 1958 si annovera la seconda partecipazione ad un lungometraggio, “Hot Rod Gang”, film diretto da Lew Landers e di minore successo rispetto all’esordio cinematografico dell’ anno precedente.   Nei mesi di aprile e maggio intraprende una lunga tournée in Canada. Nonostante una intensa attività on the road e numerosissime session di registrazione in studio, dalle quali scaturiscono numerosi singoli e tre album, “Gene Vincent And His Blue Caps” non riescono più a ritrovare la popolarità a livello nazionale che fu loro ottenuta con il loro singolo di esordio, e la loro ultima presenza in classifica, il 23 gennaio 1958,  è con “Dance To The Bop” / “I Got It” , pubblicato su 45 giri Capitol F 3839 il 28 ottobre 1957, che raggiunse la posizione numero 23 nella classifica settimanale di Billboard, con nove settimane di permanenza.

Uno dei principali motivi per cui “Gene Vincent And His Blue Caps” vengono ignorati quasi del tutto dai “media” americani, malgrado producano tra il 1956 ed il 1958 alcune delle cose migliori di tutto il Rock’ n’ Roll, è dovuto al fatto che la Capitol Records è una delle poche case discografiche a non ricorrere al “play for pay”, la cosiddetta payola, ovvero la prassi di corrompere e pagare i DJ radiofonici per far programmare più frequentemente una determinata canzone, fenomeno all’ordine del giorno in quegli anni (basti pensare allo scandalo legato al DJ Alan Freed). A ciò si deve comunque aggiungere il carattere particolarmente scontroso e scorbutico di Gene Vincent che non era certamente adatto a procurargli le simpatie di coloro che avrebbero potuto in qualche modo aiutarlo.

Il 1958 è l’anno che scaturisce l’inizio della lenta ma progressiva scomparsa dalle scene dei più grandi rockers dell’epoca e l’ ammorbidimento del Rock’ n’ Roll ed anche i “Blue Caps”, a seguito di numerosi cambiamenti di formazione nel corso dei due anni precedenti, verso la fine dell’anno si sciolgono definitivamente. Gene Vincent si trasferisce con la seconda moglie a Vancouver, nello Stato di Washington, e per tutto il 1959 continua ad esibirsi soprattutto nel Nord Ovest degli Stati Uniti, compreso l’ Alaska, ed ad incidere dell’ottimo materiale che  purtroppo però non gli dà però alcuna soddisfazione professionale ed economica. Sempre nel 1959 intraprende uno strepitoso tour in Giappone accompagnato dal chitarrista Jerry Merritt: tutto ciò dimostra quanto sia ancora popolare all’estero mentre, per contro, negli U.S.A. la sua vicenda pubblica è praticamente conclusa. Il 5 dicembre 1959 Gene Vincent arriva in Inghilterra chiamato dal produttore Jack Good e la clamorosa accoglienza tributatagli lo convince della grande fama maturata in Europa: ciò sarà l’inizio di una seconda nuova e fortunata carriera negli anni ’60.

CURIOSITA’

Gene Vincent intervistato sull’origine della canzone, ha spesso affermato di essersi ispirato nella composizione del testo a “Little Lulu” soprannome di Lulu Moppett, personaggio protagonista di un fumetto creato a metà degli anni trenta da Marjorie Henderson Buell (1904-1993) e che debuttò in un’unica vignetta sul “The Saturday Evening Post” il 23 febbraio 1935.  “Little Lulu” ha continuato a fare la sua comparsa sul settimanale americano fino al 30 dicembre 1944. Successivamente, dal 5 giugno 1950, si registrò la pubblicazione di una striscia quotidiana di “Little Lulu” su varie testate giornalistiche fino al maggio del 1969. Negli anni si sono susseguite varie pubblicazioni e ripubblicazioni delle avventure di “Little Lulu” fino al 2005.

William Beauregarde “Sheriff Tex” Davis, piu semplicemente “Sheriff Tex” Davis, il manager di Gene Vincent, per avvalorare la tesi di esserne coautore del testo (in realtà acquisto per 25 dollari da Donald Graves la quota dei diritti) dichiarò di essersi ispirato nella composizione alla canzone “Don’t Bring Lulu”.

Molto probabilmente l’ispirazione di Gene Vincent e di Donald Graves nella composizione della canzone avvenne rifacendosi a “Be – Baba – Leba” un successo di classifica del 1945 della cantante Rhythm And Blues Helen Humes (1913-1981), registrata con ancor più successo nel 1946 da Lionel Hampton (1908-2002) e la Sua Orchestra con il nuovo titolo di “Hey! Ba – Ba – Re – Bop” raggiungendo la vetta della classifica R&B Juke Box per sedici settimane non consecutive e la posizione numero nove della classifica nazionale. Questo era un modo di dire molto usato nel mondo del Jazz, da cui sarebbe derivato negli anni quaranta del secolo scorso anche il termine “Bebop”, usato per indicare un particolare genere di Jazz sviluppatosi a New York in quegli anni.

Il 21 marzo 1956 Gene Vincent aprì il concerto di Carl Perkins a Norfolk. Prima di andare in scena Davis chiese a Gene di accennare a Perkins quella sua canzone nuova dal titolo strano, “Be Bop A Lula”. Dopo averla ascoltata Carl Perkins conferma ciò che Davis aveva pensato: “E’ sullo stile di Blue Suede Shoes: apparentemente non ha molto senso, ma funzionerà”.

Durante la registrazione della canzone “Be Bop A Lula” il giovane batterista Dickie “Be Bop” Harrell, presissimo dall’atmosfera elettrizzante del brano, all’improvviso si lascia andare in un urlo di eccitazione che causa la perplessità di tutto lo staff presente in sala di incisione (Blue Caps, funzionari Capitol e tecnici del suono compresi) fatta eccezione di Gene, il quale decide di lasciarlo nella versione finale della canzone pubblicata su disco. Questa fu una giusta intuizione di Gene Vincent. Ancora oggi infatti, nell’ascoltare la canzone, quell’ urlo riesce ad enfatizzare maggiormente l’entusiasmo e l’innocenza del primo Rock’ n’ Roll proprio di quei giorni. Sembra che il giovane Dickie fece quell’urlo anche per dimostrare ad amici e parenti che il batterista di quella registrazione era realmente lui.

La mattina del 3 luglio 1956 per una strana coincidenza Gene Vincet incontrò Elvis Presley alla Penn Station di New York.  “The King” era in procinto di tornare in treno a casa a Memphis. Elvis, reduce dall’ infame show di Steve Allen (nel corso del quale si era dovuto esibire in abito da sera intonando “Hound Dog” ad un cane bassotto e subendo le prese in giro del presentatore), aveva appena trascorso una giornata in studio di registrazione, producendo, tra l’altro, due delle sue canzoni più famose, ovvero  “Hound Dog” e “Don’ t Be Cruel”. Elvis era andato incontro ad un emozionato Gene Vincent per fargli i complimenti per il successo raggiunto con “Be Bop A Lula”, ma questi si era sentito in dovere di giustificarsi dicendogli che nella canzone non aveva avuto alcuna intenzione di imitarlo. Elvis aveva allora sorriso, incoraggiandolo a continuare sulla strada intrapresa per poi continuare a chiacchierare amichevolmente di Rock’ n’ Roll. In effetti vi erano grandi similitudini fra il successo di Elvis e lo stile di gene Vincent, tanto che la band di Elvis formata dal bassista Bill Black, dal batterista D.J. Fontana e dal chitarrista Scotty Moore, ascoltando “Be Bop A Lula” per la prima volta alla radio in auto, si erano convinti che Elvis gli avesse voltato le spalle incidendo la canzone con un altro gruppo. La leggenda vuole che la stessa madre di Elvis, Gladys Love Smith, ascoltando per la prima volta la canzone di Gene Vincent alla radio avesse confuso il cantante di Norfolk con suo figlio!!!

Della canzone esistono diverse cover. Tra tutte si ricordano: la versione  registrata nel 1958 dagli “Everly Brothers” e contenuta come ultima canzone del lato A del loro album di esordio “The Everly Brothers” (Cadence CLP-3003) e quella incisa dal cantante inglese Cliff Richard e contenuta come sesta canzone del lato B del suo album di esordio del 1959 “Cliff” (Columbia 33 SX 1147), versione quest’ ultima che contribuì notevolmente a far crescere la popolarità di Gene Vincent in Inghilterra.

Gli stessi “Beatles” avevano introdotto nel loro repertorio live la canzone ed una loro versione di “Be Bop A Lula” è contenuta nell’album  “Live! At The Star-Club in Hamburg, Germany 1962”. L’influenza sui “Beatles” di Gene Vincent fu tale che anche nelle loro carriere soliste John e Paul tributarono la canzone. John incise “Be Bop A Lula” e la pubblicò nel 1975 su Lp, come canzone di apertura dell’album “Rock’ n’ Roll” pubblicato in Inghilterra su 33 giri Apple PCS 7169 il 17 febbraio 1975. Esiste anche una pubblicazione come singolo  su 45 giri “Ya Ya” / “Be Bop A Lula” pubblicato nel 1975 in Germania su vinile  Apple Records 1C 006-05 924 per la promozione dell’album “Rock’ n’ Roll”. Paul registrò invece una versione acustica del successo di Gene Vincent il 25 gennaio 1991 nel corso della trasmissione televisiva “MTV Unplugged”. La canzone che apriva lo spettacolo televisivo fu pubblicata su Lp “Unplugged (The Official Bootleg)” (Parlophone 7964131) uscito in Inghilterra il 20 maggio 1991.

Gene Vincent conobbe i “Beatles” ed in due occasioni ebbe modo di dividere con loro il cartellone. La prima volta fu nel 1962 quando i Beatles e Gene condivisero il palcoscenico dello Star Club di Amburgo per due settimane tra aprile e maggio. In occasione del primo concerto insieme allo Star Club John chiese l’autografo a Gene ed i due divennero amici.  Gene, accompagnato dai “Sounds Incorporated” si esibì nello stesso cartellone con i “Beatles” anche il 1° luglio 1962 al Cavern Club di Liverpool. In questa occasione Mike McCartney, fratello di Paul, scattò una fotografia che ritraeva insieme John, Paul e Gene, tutti e tre vestiti con giacche di pelle nera.

Paul McCatney ha affermato: “Be Bop A Lula di Gene Vincent è stato il primo disco che abbia mai comprato. Uno di quegli enormi 78 giri , dall’etichetta viola ed il simbolo della Capitol, la torre sulla busta. Fantastico! Riuscimmo a conoscere Gene Vincent quando suonavamo allo Star Club, lui se ne stava spesso seduto con una bottiglia di scotch. Gli dicevamo : «Come stai Gene?» e lui ci diceva: « Ragazzi volete un drink? » e aveva questa voce un po’ alla Be Bop A Lula. In effetti sembrava leggermente matto. Era stato un marine ed ogni volta mi diceva che mi avrebbe steso : «Sai, i Marine non devono far altro che toccare i punti di pressione». Io gli rispondevo: «Togliti dalle palle Gene!” ma lui insisteva «Ti stendo solo per un minuto». Insomma faceva dei giochini del genere ma io non mi sono mai prestato.”

Il 6 luglio del 1957, quando Paul McCartney incontrò per la prima volta John Lennon in occasione del concerto dei “Quarrymen” al Garden Fête presso la St. Peter Church di Woolton a Liverpool, uno dei tanti motivi che suscitarono l’interesse del diciassettenne John Lennon nei confronti del più giovane Paul McCartney (oltre al fatto che Paul sapesse accordare la chitarra ad orecchio) fu la trascrizione a memoria su un foglio di carta da parte di Paul di tutto il testo corretto di “Be Bop A Lula”, canzone che John cantava ma di cui non ricordava mai il testo, per cui inventava le parole.

La canzone compare alla posizione numero 103 della classifica “500 Greatest Songs of All Time” stilata nel 2004 dalla rivista musicale “Rolling Stone’s “.

Di seguito il video tratto dal film “The Girl Can’t Help It” (In Italia “Gangster Cerca Moglie”) con audio la  versione originale di “Be Bop A Lula” registrata da “Gene Vincent And His Blue Caps” il 4 maggio 1956:

 

BIBLIOGRAFIA:

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“Elvis, Amore Senza Freni”, Peter Guralnick, Baldini Castoldi Dalai Editori, 2004, Milano;

“La Storia Del Rock, Be Bop A Lula”, Carmelo Genovese, 2006, Editori Riuniti, Roma;

1000 Canzoni Che Ci Hanno Cambiato La Vita, Guaitamacchi E., 2009, Ed. Rizzoli, Milano;

“Beatles Ad Amburgo Le Storie, La Scena e L’Inizio Di Tutto”, S. Leigh, 2011, Arcana Edizioni Srl, Roma;

“Tragedie E Misteri Del Rock’ n’ Roll”, Michele Primi, 2012, WS Edizioni White Star, De Agostini Libri S.p.A., Novara.

“La Storia Del Rock”, Ezio Guaitamacchi, 2014, Ulrico HoepliEditore S.p.A, Milano;

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