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1° giugno 1967: Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band

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SGT. PEPPE'S  THE BEATLES - THE BEAT CIRCUS CUNEO

A seguito della pubblicazione del “ Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, ottavo Album dei Beatles,  la musica pop non sarebbe più stata la stessa di prima. Un’ esplosione di colori e di psichedelia, culmine del processo di maturazione dei quattro ragazzi di Liverpool che, abbandonata definitivamente la musica beat, si apprestano a diventare sempre più FAB ed ad entrare, se ancora ce ne fosse stato bisogno, in modo ancora più inequivocabile nella storia della musica e del costume del XX secolo.

L’idea di creare un concept album  di ricordi adolescenziali dei Beatles nella nativa Liverpool risale alla fine del 1966, quando l’unitarietà prevista dal progetto era confermata dal fatto che i primi tre motivi incisi dal gruppo per il nuovo 33 giri erano “When I’m Sixty-four”  e le evocative “Strawberry Fields Forever” e “Penny Lane”, «Una piccola serie di gioielli» come le aveva definite il produttore George Martin. Ma la EMI aveva bisogno di un 45 giri  e così le ultime due composizioni vennero sacrificate per un singolo di altissimo livello che tuttavia compromise l’idea originaria.

Nella primavera dell’anno seguente, accantonato l’ LP della memoria, i Beatles non vollero rinunciare al progetto di un album unitario e cercarono altre strade. Dopo una vacanza nella West Coast statunitense  assieme a Neil Aspinall (futuro amministratore della Apple), Paul McCartney, ispirandosi ai nomi delle rock band di Los Angeles, piuttosto articolati e di contenuto assolutamente fantasioso, decise di scrivere una canzone su un immaginario gruppo di musicisti, una banda di ottoni d’epoca vittoriana chiamata appunto “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, ovvero “La Banda del Club dei Cuori Solitari del Sergente Pepper”. Fra le ragioni della scelta del nome proprio, c’è quella di chi ricorda che al concerto tenuto dai Beatles a Toronto il 17 agosto 1965, uno degli agenti canadesi di scorta al gruppo era un sergente di cognome Pepper. È possibile che, come nel caso di “Eleanor Rigby “, il nome sia rimasto nei recessi del subconscio di Paul McCartney, riaffiorando nell’occasione del battesimo della banda.

Al termine della composizione del brano di aperta  dallo stesso titolo dell’album, Paul sottopose agli altri Beatles e a Martin la proposta di scrivere e interpretare dei brani musicali come se fossero eseguiti dall’ orchestrina del Sergente Pepper, seguendo la nuova moda del concept album resa famosa oltreoceano da “Pet Sound” dei Beach Boys e da “Freak Out! di Frank Zappa. John Lennon e George Harrison inizialmente non accolsero favorevolmente l’idea; opposta fu invece la reazione di Ringo Starr  che si offrì di cantare una canzone scritta da McCartney, “With a Little Help from My Friends”, unico suo contributo come voce solista all’ album. Lennon insistette affinché tutte le sue canzoni già scritte facessero parte del LP, e di fronte a una simile resistenza si giunse a un compromesso: la sostanza dell’album sarebbe stata semplicemente la raccolta di canzoni complete fino a quel momento, ma la copertina avrebbe dovuto indicare un’opera unica, una costruzione omogenea. Per questo motivo George Martin si trovò costretto a inventare innovative soluzioni tecniche pur di dare il segno di organicità tematica. Una di queste fu l’espediente di montare i brani senza soluzione di continuità, scelta che John condivise, al contrario di Brian Epstein, motivandola con la esigenza di fornire «uno spettacolo continuo […] tutto in un’unica sequenza, che è equilibrata come il programma di un concerto».

La copertina di “Sgt. Pepper’s”, realizzata, su suggerimento di Paul McCartney, da Peter Blake (il cui compenso fu stabilito a forfait e fu valutato in 200 sterline, ancora oggi non perde occasione per recriminare … ) e fotografata da Michael Cooper, vincitrice del Premio Grammy  per la miglior copertina da album nel 1968, svolge un ruolo centrale nella nuova “prospettiva del mondo” proposta dai Beatles. I quattro artisti mettono insieme i loro personaggi simbolo, fra cui Albery Einstein,  Marlon Brando, Karl Marx, Edgar Allan Poe, Sonny Liston, Lenny Bruce e Aleister Crowley. Questa celebre copertina fu in seguito parodiata da altri artisti tra i quali Frank Zappa nel suo “We’re Only In It For The Money” (pubblicato in U.S.A.  il 4 marzo 1968 su  Verve Records / V6 5045X) , nonché da società operanti nel settore dell’ intrattenimento audiovisivo, quali Warner Bros e Geffen Records. Tra i personaggi messi in lista da Lennon, poi scartati, anche Gesù, Adolf Hitler e Gandhi.

Ovviamente si presentò il problema del copyright. Per questa ragione i responsabili della EMI, Sir Joseph Lockwood in testa, bocciarono il progetto senz’ appello. Ma viste le insistenze dei quattro Beatles, la EMI decise di non ostacolare l’idea, declinando allo stesso tempo qualsiasi responsabilità giudiziaria o finanziaria e comunque ponendo il veto assoluto su Gandhi e Hitler. Tutti i personaggi furono contattati e, nonostante i timori, gli interpellati rilasciarono il loro consenso, dichiarando di essere ben contenti di apparire e di non voler alcun compenso economico. Il solo Leo Gorcey richiese 500 dollari in cambio, e perciò fu estromesso dalla lista. Altra questione si pose per Mae West, che in prima battuta negò l’autorizzazione rifiutandosi di stare in un “Club Per Cuori Solitari”. I Beatles le scrissero personalmente dichiarandosi grandi ammiratori della star americana, e la West si convinse ad accettare.

Nella copertina che per la prima volta si apriva a libro, anche il retro ha un suo significato. Nella facciata posteriore erano infatti stampati i testi delle canzoni, come mai era avvenuto in precedenza. Inoltre il fatto che dei quattro solo Paul fosse fotografato di spalle fu una delle fantomatiche “prove” della teoria PID (Paul Is Dead). Secondo alcuni fan, la persona ripresa di spalle non sarebbe stato Paul ma un sostituto, c’è chi ipotizza che potesse trattarsi di un amico e collaboratore dei Beatles, Mal Evans . Questa teoria viene però contestata, fra gli altri, da Bill Harry, che smentisce senza esitazione affermando che tutte le altre immagini scattate durante lo stesso servizio fotografico dimostrano inequivocabilmente la presenza di Paul McCartney al provino.

L’idea iniziale, inoltre, era quella di includere vari gadget insieme con l’album. Baffi finti, toppe di stoffa come quelle presenti sugli abiti dei Beatles in copertina. Ma i costi previsti per un’iniziativa del genere erano troppo alti, così si decise semplicemente di stampare gli oggetti che si volevano includere (baffi, gradi da sergente, il logo del “Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band”) su una pagina della copertina, che i fan avrebbero potuto in seguito ritagliare.

CURIOSITA’ LEGATE ALL’ ALBUM

Messo in commercio giovedì 1° giugno 1967, è uno fra i più famosi 33 giri della storia del rock e uno dei primi concept album della musica pop.  “Sgt. Pepper Lonely Heards Club Band” occupa la prima posizione nella “Lista dei 500 migliori album di tutti i tempi”  pubblicata dalla rivista Rolling Stone. Secondo una stima delle vendite dei dischi musicali riportata dalla stampa, “Sgt. Pepper “ ha totalizzato più di 32 milioni di copie vendute.

Quando la EMI pubblicò l’album su PARLOPHONE PCS 7027 giovedì 1° giugno 1967, la reazione fu impressionante. Vendette 250mila copie in Gran Bretagna durante la prima settimana e giunse al mezzo milione di copie entro un mese. Uscì in America su CAPITOL SMAS 2653 venerdì 2 giugno con prenotazioni di oltre un milione di copie, e si vendettero 2 milioni e mezzo di copie in tre mesi. Salì al primo posto di vendite nelle classifiche di tutto il mondo.

L’album rimase in vetta alle classifiche di vendita inglesi per 27 settimane e negli U.S.A. rimase al primo posto per 19 settimane, restando in classifica per un totale di 113 settimane consecutive (!!!).

L’album venne trasmesso per la prima volta alla radio alle 17.00 di venerdì 12 maggio 1967, quando la stazione pirata Radio London mandò in onda le canzoni. Anche se le emittenti americane avevano diffuso le canzoni prima di quella data, Radio London pretese “L’Esclusiva mondiale” affermando di essere stata la prima a trasmettere l’album per intero come “Album della Settimana”.

Venne organizzato un lancio pubblicitario del disco a casa di Brian Epstein a Chapel Street Mayfair, venerdì 19 maggio 1967.

Nel 1977 la Brithis Phonogram Industry annunciò un premio speciale per celebrare i 25 anni della musica britannica: il titolo di “Migliore Album di Musica Pop Britannica 1952-1977” fu vinto da “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”.

L’album uscì in formato CD lunedì 1° giugno 1987. Fu immesso sul mercato in un cofanetto di lusso con un libretto extra e con le canzoni rimasterizzate da George Martin. Vi furono prenotazioni per 75mila copie ed il cd balzò immediatamente in terza posizione nelle classifiche britanniche.

Nel 2007, in occasione del 40º anniversario della pubblicazione dell’album, si sono riuniti negli studi di Abbey Road alcuni musicisti della generazione successiva a quella dei Beatles, fra di essi Bryan Adams,  i Travis, gli Zutons e gli Oasis, per procedere, sotto la supervisione di Geoff Emerick, alla registrazione di dodici dei brani contenuti in “Sgt Pepper’s”. La seduta d’incisione è stata affiancata dalle spiegazioni fornite da Emerick sulle tecniche di registrazione con le attrezzature e gli accorgimenti disponibili quarant’anni prima.

I brani contenuti hanno comportato 129 giorni e quasi 700 ore di registrazione, effettuato quasi interamente nello studio 2 della Emi, per una spesa di circa 25.000 sterline. L’ingegnere del suono fu Geoff Emerick assistito da Richard Lush, le macchine di registrazione erano una coppia di Studer  a quattro tracce J37, primi registratori multitraccia con nastro da 1 pollice, uno dei quali è conservato come pezzo storico nel museo Studer; i microfoni erano Neumann a valvole.

L’album ricevette quattro Grammy Awards nell’anno di pubblicazione:

1)- Migliore Album;

2)- Migliore Album Contemporaneo;

3)- Migliore Copertina Di Album;

4)- Migliore Produzione Tecnica Di Album.

Le 13 canzoni contenute nell’ Album sono:

Lato A

1)- “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” (Lennon-McCartney)

2)- “With A Little Help From My Friends” (Lennon McCartney)

3)- “Lucy In The Sky With Diamonds” (Lennon – McCartney)

4)- “Getting Better” (Lennon-McCartney)

5)- “Fixing A Hole” (Lennon-McCartney)

6)- “She’s Leaving Home” (Lennon-McCartney)

7)- “Being For The Benefit Of Mr Kite!” (Lennon-McCartney)

Lato B:

1)- “Within You Without You” (Harrison)

2)- “When I’ M Sixty-Four” (Lennon-McCartney)

3)- “Lovely Rita” (Lennon-McCartney)

4)– “Good Morning Good Morning”  (Lennon-McCartney)

5)– “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (Reprise)” (Lennon-McCartney)

6)– “A Day In The Life” (Lennnon-Mccartney)

Di seguito la canzone di apertura del disco: “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”  :

BIBLIOGRAFIA

Beatles: Otto Anni Ad Abbey Road”, Mark Lewisohn, 1990, Arcana Editrice Srl, Milano;

La Grande Storia Dei Beatles”, Mark Lewisohn, 1996, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze;

Beatles L’Enciclopedia”, Bill Harry, Arcana Musica Edizioni, Milano 2001;

“The Beatles. Atlanti Musicali Giunti”, Cesare Rizzi, 2002, Giunti Editore S.p.A., Firenze;

“Paperback Beatles Le Storie, I Personaggi, I Segreti Dietro Tutte le Canzoni Dei Fab Four”, S. Tuner, 2006, Editoriale Olimpia, S.p.a., Firenze;

Sgt Pepper La Vera Storia”, Riccardo Bertoncelli, Franco Zanetti, Edizioni Giunti, Firenze 2007;

The Beatles L’Opera Completa”, I. MacDonald, 2011, Arnoldo Mondadori  Editore S.p.A., Milano;

“Il Libro Bianco Dei Beatles La Storia e Le Storie di Tutte Le Canzoni Dei Beatles”, F. Zanetti, 2012, Giunti, Milano;

The Beatles: La Musica E Il Mito. Guida Illustrata Alla Discografia”, P. Dogget, P. Humphries, 2012, Arcana, Lit Edizioni, Roma;

I Beatles Tutte Le Canzoni Da Love Me Do A Let It Be”, J.M. Guesdon, P. Margotin, 2014, Rizzoli;

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